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Le erbe di San Giovanni

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IPERICO
Nomi locali: erba di San Giovanni; scacciadiau (scacciadiavoli, Liguria).

Painta erbacea che produce numerosi fusti, alti fino a un metro; fiori giallo-dorati. Ha proprietà aromatizzanti, digestive. Trova valide applicazioni per uso esterno come cicatrizzante e antiinfiammatorio  su ferite, piaghe, ustioni, eritemi solari
Si dice sia una pianta scaccia diavoli, per questo il nome di hypericum che significa "sopra l’immagine", per l’uso antico di appenderla sopra l’immagine sacra per allontanare i demoni del male , perforatum perche’ in controluce le foglie sembrano perforate, Tra i componenti dell'Iperico abbiamo: un olio essenziale e derivati fenolici, tra cui un pigmento rosso chiamato ipericina, e da questo deriva il nome di erba di San Giovanni in quanto il rosso ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Salome’

ARTEMISIA
(assenzio volgare consacrata a Diana-Artemide)
e' una pianta erbacea, ha il fusto ramificato di colore bruno rossastro, con striature marcate longitudinalmente. Le foglie sono monobipennate, di colore verde intenso sulla pagina superiore, e argenteo su quella inferiore. I fiori sono di colore giallognolo o marron-rossastri, poco evidenti, e formano dei capolini raccolti in pannocchie. La fioritura avviene in estate, e prosegue fino ai primi di autunno. La pianta raggiunge anche il metro e mezzo d'altezza ed è una delle più grandi composite che popolano il nostro Paese.
Proprietà farmaceutiche: l'artemisia ha proprietà toniche, emmenagoghe, sedative e digestive. Viene utilizzata soprattutto nei casi di amenorrea, di iperglicemia, di diabete e di cattiva digestione. (Droga usata: sommità fiorite).
Uso in cucina: viene utilizzata, unitamente ad altre erbe, per la preparazione di digestivi.

VERBENA
simbolo di pace e prosperità) 
Nomi comuni : Erba Sacra, Erba Crocetta, Erba Colombina, Erba turca, barbegna, coj dij prà, erba de S.Gioan, clumbeina, crous, purecella, erba della milza, birbina, virminaca, crebena.
Storia e curiosità:
La Verbena, pianta sacra agli antichi romani, non va confusa con la gradevole Cedrina, detta anche Verbena odorosa.
La verbena non viene utilizzata per usi culinari e gastronomici, perché il gusto non si adatta in cucina. In cosmesi, invece, l'infuso può essere usato come decongestionante degli occhi. Alla verbena un tempo erano attribuite proprietà magiche. Essa veniva colta nella notte di San Giovanni (24 giugno). Ciò si spiega, forse, con il fatto che questa festa ha sostituito il solstizio di estate (22 giugno), giorno in cui il sole raggiunge l'apice suscitando un momento di alta suggestione.
Il nome Verbena deriva dal Celtico ferfaen, da fer (scacciare via) e faen (pietra), poiché la pianta era molto usata per curare problemi della vescica, soprattutto calcoli. Un'altra origine del nome è indicata da alcuni autori da Herba veneris, per le qualità afrodisiache attribuitele dagli antichi. I sacerdoti la usavano per sacrifici, da cui il nome Herba Sacra. Il nome Verbena era il nome classico romano per 'piante d'altare' in generale, e per questa specie in particolare. I druidi la aggiungevano alla loro acqua lustrale, e maghi e stregoni la usavano ampiamente. Era adoperata per vari riti e incantesimi, e dagli ambasciatori per concludere alleanze. Macinata, era indossata intorno al collo come talismano contro mal di testa, a anche contro morsi di serpente e altri animali velenosi, e come portafortuna in generale. Si riteneva benefica per la vista. Tutte queste sue virtù sono probabilmente derivate dalla leggenda della sua scoperta sul monte del Calvario, dove fu usata per cicatrizzare le ferite del Salvatore crocefisso. Perciò, viene benedetta con un rituale commemorativo quando si raccoglie


RUTA
detta anche "erba allegra", perché è un'efficace talismano contro il maligno).
Le foglie fresche possono essere usate con moderazione per insaporire insalate, carni, pesci, oli e aceti aromatici. Molto usata per la preparazione di un tipo di grappa aromatica.
Proprietà terapeutiche: emmenagoghe, sedative, digestive, carminative, vermifughe.
L'erba della ruta era ritenuta l'erba contro la paura, Si metteva in tasca, appunto, quando si dovevano affrontare  situazioni di paura e le case in cui cresceva erano ritenute privilegiate

 

 
 

Teca Digitale Biblioteche del Comune di Parma - V.lo Santa Maria 5, 43125 Parma (PR)

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